Di seguito il comunicato stampa diramato dalla Consulta in relazione alle questioni di legittimità della c.d. Legge Merlini, sollevate dalla Corte di Appello di Bari.
Di seguito il comunicato stampa, reperibile nella sua versione originale qui.
Si rimette il testo dell’ordinanza di rimessione degli atti alla Corte Costituzionale: C. App. Bari, Sez. III pen. ord., 06.0.2018.
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LA PROSTITUZIONE AL TEMPO DELLE ESCORT:LA CONSULTA “SALVA” LA LEGGE MERLIN
La Corte costituzionale, riunita in camera di consiglio, ha deciso le questioni sulla legge Merlin sollevate dalla Corte d’appello di Bari e discusse nell’udienza pubblica del 5febbraio 2019.
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che le questioni di legittimità costituzionale riguardanti il reclutamento e il favoreggiamento della prostituzione, puniti dalla legge Merlin, sono state dichiarate non fondate.
Le questioni erano state sollevate con specifico riferimento all’attività di prostituzioneliberamente e consapevolmente esercitata dalle cosiddette escort. I giudici baresi sostenevano, in particolare, che la prostituzione è un’espressione della libertà sessuale tutelata dalla Costituzione e che, pertanto, punire chi svolge un’attività di intermediazione tra prostituta e cliente o di favoreggiamento della prostituzione equivarrebbe a compromettere l’esercizio tanto della libertà sessuale quanto della libertà di iniziativa economica della prostituta, colpendo condotte di terzi non lesive di alcun bene giuridico.
La Corte costituzionale ha ritenuto che non è in contrasto con la Costituzione la scelta di politica criminale operata con la legge Merlin, quella cioè di configurare la prostituzione come un’attività in sé lecita ma al tempo stesso di punire tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino.
Inoltre, la Corte ha ritenuto che il reato di favoreggiamento della prostituzione non contrasta con il principio di determinatezza e tassatività della fattispecie penale.
Roma, 6 marzo 2019